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Le quotidien italien Corriere Della Sera révéle comment, depuis quelques semaines, Farouk Kaddoumi et Ahmad Qorei (Abu Ala) puisent des fonds sur un compte secret d’Arafat à la Deutsche Bank. Étonnant !
Article mis en ligne le 27 février 2005

Mister T. il gestore occulto del tesoro di Arafat

Corriere della Sera 26.2.2005

da Guido Olimpio

Mohammed T. è un alto funzionario negli uffici ginevrini della « Deutsche Bank ». Sarebbe il gestore occulto- affermano fonti economiche di Lugano- di un conto dove è finito gran parte del tesoro segreto di Yasser Arafat. Sfruttando la sua posizione e all’insaputa della banca dove lavora, Mister T è protagonista di un’ardita operazione finanziaria condotta- aggiungono le medesime fonti- per favorire il premier palestinese Abu Ala e l’esponente dell’ala dura del Fatah Farouk Khaddumi. Se la manovra andrà in porto saranno i due a mettere le mani sul bottino sottraendolo al controllo dell’autorità palestinese guidata da Abu Mazen. L’attività di Mohammed T. scatta nello scorso novembre, subito dopo la morte di Yasser Arafat. Il Rais, come è noto, nel corso degli anni ha stornato centinaia di milioni di dollari dal budget palestinese.

Un tesoro da usare per alimentare gruppi armati, per corrompere fazioni, per mantenere una cassa di guerra per i casi di emergenza. Un grande flusso di denaro finito in conti in Europa o in speculazioni non sempre finite bene. Molte delle informazioni erano conservate in alcuni taccuini che Arafat portava sempre con sè. Lo stesso rais se ne vantava mostrando quei fogli alle delegazioni straniwere in visita a Ramallah : « E’ questo il mio archivio ». Si trattava, in alcuni casi, dell’unica documentazione disponibile e così quando il rais è spirato i suoi collaboratori si sono messi a cercarli. Sono circolate leggende di valigette fatte sparire, di accordi tra i notabili dell’OLP e la moglie Suha.

Ma la versione ufficiosa è che i bloc notes sono svaniti. Ma qualcuno (un paio di persone, si dice) sapeva dei segreti.Tra questi Mister T. che, precisano ambienti economici,era uno degli uomini di fiducia del leader palestinese. E infatti gli era stata affidata la gestione di un conto presso la « Deutsche Bank » : un incarico tenuto nascosto agli altri dirigenti dell’OLP e ai vertici della banca. Per i superiori di Mister T. la valuta apparteneva ad un cliente sconosciuto.

Nei giorni successivi alla morte di Arafat si è scatenata la caccia la tesoro, guidata dalla nuova leadership e dal ministro delle Finanze Salam Fayyad, peronaggio giudicato « pulito » e appoggiato dall’Occidente. Mohammed T., violando la legge e la fiducia delal sua banca, ha utilizzato denaro non suo ed ha aperto un paio di nuovi conti sui quali ha trasferito importanti somme. Non è chiaro se abbia dei complici nell’operazione, ma fonti di Lugano sostengono che starebbe agendo per favorire Abu Ala e Khaddumi ricorrendo- insistono alcune voci- a falsificazioni di firme e di documenti taroccati. Il progetto del finanziere ginevrino è quello di svuotare completamente o quasi il conto prima che l’autorità palestinese lo scopra. E finanziare le ambizioni politiche di personalità già chiacchierate. Il tutto dovrà essere concluso entro la fine di marzo.



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